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lunedì 30 novembre 2015

Confronto tra tecniche e grill diversi: Split Chicken - Parte 2

Ed ora tocca a me parlare del mio grill elettrico e del modo in cui io faccio lo split chicken!
Non è per autoesaltarmi, ma la cottura indiretta è migliore, è universalmente riconosciuta come tecnica migliore per grigliare un pollo intero, e se tutti i grandi pit masters del globo dicono così un motivo c'è eccome.


Il motivo è molto facile da capire. Guardate quanto è grosso lo split chicken (e 4 alette di pollo in aggiunta) che dovevamo fare l'altra sera (per l'occasione unto ben bene con olio EV d'oliva e drogato con il rub di mia suocera).
Come si può pretendere tramite un calore diretto di:
- cuocerlo in tutti i punti del pollo con la stessa temperatura;
- dargli un sentore di affumicato (impossibile senza il coperchio);
- non rischiare che in alcuni punti profondi non arrivi il calore sufficiente?
Io credo che sia impossibile riuscire a soddisfare questi tre punti. Sì, ok, uno poi fa come visto nel precedente post, adotta piccoli stratagemmi per complicarsi la vita tantissimo: lo unge, lo taglia a pezzetti (bestemmia! escono i liquidi!), ma alla fine qualcosa non torna mai bene.


Guardate qua.
Cottura indiretta (creata sul Q1400 con un bello schermo di alluminio per dividere il pollaccio), termometro nel petto del pennuto e da un lato chips per affumicatura. Pecan, per l'occasione, che emanava un aromino buono e dal retrogusto simile all'odore dei pini (non chiedetemi perchè il mio naso sentisse questo odore).

Conscio degli errori fatti con il mio primo split chicken, il peggiore dei quali secondo me è stato quello di non riuscire ad ottenere una crispy skin, cioè la pelle croccante, e viste le temperature quasi invernali che la sera ho sul terrazzo, io sono stato inflessibile e ho messo il termostato del mio Q al massimo. Chissenefrega se consuma un botto, con tutta quella ciccia fredda lì dentro arrivava a malapena a 200°C.
Quando la griglia comincia a scaldare comincia ad uscire fumo dal barbecue come dal monte Fato, ed io lascio lì pollo ed alette a beccarsi il fumo per circa 45 minuti col coperchio chiuso. La cottura delle alette ormai è collaudata: 40-45 min di affumicatura e poi cottura diretta per poco tempo. Tolgo le chips e ci metto, nell'angolino, le alette (vedi foto).

Il risultato delle alette è scontato: pelle bella croccante fuori, esageratamente soffici e succose dentro.
Avevo, anche stavolta, i miei suoceri a cena. Non solo si sono affumicate bene, ma erano pure venute buone.
E guarda caso la mia teoria riguardo al fatto di ungere la carne col burro e non con l'olio vegetale trova successo, perchè durante la cottura, ogni 10-15 minuti, spennellavo ali e pollo con un mix composto di burro fuso e un goccio d'olio d'oliva, giusto per non far solidificare il burro visto che fuori faceva freschino.

Nel frattempo il pollo continuava a stare in cottura indiretta, questo per praticamente un'ora.
Quando poi mi sono rotto le scatole, e quando mancava poco (5 gradi), ho deciso di spostarlo il cottura diretta. Ma ero quasi alla fine, era impossibile che si asciugasse troppo, l'avrò cotto per altri 10 minuti a dir tanto, spennellandolo di continuo e girandolo spesso.
Questa volta l'ho tolto a 72°C nel cuore del petto. Non a 75° come la volta scorsa. Sono pochi gradi, ma la differenza si sente.

Si sente quando si va a tagliare il pollo ed io mi prendo, per provarlo, il petto. Spesso mi è venuto stopposo, di sicuro è un altro tipo di carne rispetto ad ali e cosce, ma stavolta era accettabile: era morbido, compatto, ma non era asciutto. Andava finalmente bene.
Poi boh, io il sapore di affumicato non l'ho sentito, ma viste le ultime esperienze credo di aver capito che se resto fuori a cucinare, mi entra l'odore dell'affumicatura nel naso e poi da un punto di vista gustativo faccio più difficoltà a sentire lo smoking flavour
La pelle stavolta sì, era bella croccante, perchè cucinarlo a 200°C invece che a 170° l'ha asciugata molto più velocemente.
Suoceri entusiasti, pollo ed alette divorate alla velocità della luce. La sfida l'ho vinta io.
Però non ditelo a mio suocero, anche perchè io ho i miei trucchetti.


domenica 29 novembre 2015

Confronto tra tecniche e grill diversi: Split Chicken - Parte 1

L'altra sera ero a cena dai miei suoceri. Mio suocero ha il caminetto, ma siccome non ha sempre voglia di pulire tutti i resti di brace che rimangono dopo le sue cotture, s'è comprato un barbecue elettrico grande abbastanza da poterlo piazzare nella base del caminetto e grigliare qualcosa al volo quando ne ha voglia e non ha tempo per aspettare che il carbone sia diventato brace.

Il barbecue elettrico in questione è il Churrasco della Ariete. Non male come grill elettrico, ottimo rapporto qualità prezzo. Ok, non potrà mai arrivare a livello del Weber, ma per farci uno split chicken in cottura diretta ci sta dentro alla grande.


Non ho grandi foto, questa l'ho presa da internet, un'altra l'ho fatta di nascosto mentre mio figlio giocava a fare il griller professionista. Mica potevo mettermi a fare il fotoreporter a casa dei suoceri!
E poi soprattutto quando siamo arrivati a casa il pollo era quasi pronto, quindi vi scrivo solo come l'ha cucinato mio suocero, che ha la sua concezione di cottura su grill molto diversa da quelle che ho imparato io leggendo e cercando di imparare qualcosa da chi di grill ne sa più di me: lui è autodidatta.

Quindi significa che con lui si parla di tempi di cottura e non di temperature, quindi lui va ad occhio e non usa il termometro. Il risultato va bene, ma non sempre è perfetto. Anche perchè sono dell'opinione che riuscire a fare un pollo intero in cottura diretta sulla griglia non solo è una grande rottura di palle ma è anche molto più difficile indovinare la cottura senza fare casini tra i vari gradi di cottura tra il dentro e fuori.


Questo è il mio bimbo che fa lo scemo sopra al pollo del su nonno.
Insomma il metodo di cottura è apparentemente meno complesso di quello che consiglio io: rubbate ed oliate bene il pollo aperto in due, preriscaldate la griglia al massimo delle sue possibilità e ce lo buttate sopra.
Fin qui tutto apparentemente semplice.
Il problema è non fare casini.

A parte che va unto ogni 5 minuti per evitare che si bruci o si asciughi troppo, a parte che va girato ogni 15 minuti circa per rendere uniforme la cottura (che in cottura indiretta non serve perchè il bbq lavora per convezione, nb), mio suocero poi gioca sporco e durante la cottura taglia il pollo in altre due parti per farlo aderire ancora meglio alla griglia e sfruttare al massimo il calore. Ok giocare sporco, ma si perdono liquidi. Poi lui secondo me lo leva un minutino prima di aver completato l'opera, e si gioca così un pollo a cottura non perfettamente perfetta ma non completamente asciutto.

Il risultato è ottimo eh, per carità.
Però secondo me io lo faccio più buono.


(Seguirà anche recensione sul Churrasco Ariete).

sabato 28 novembre 2015

Il Planking, il salmone: un binomio efficacissimo...e buonissimo

C'ho da scrivere parecchia roba, perchè anche se non ho più pubblicato niente in realtà in questi giorni c'ho dato dentro parecchio col mio Q1400.
Fa freddino da noi, per andare fuori sul terrazzo a cucinare con le temperature sotto agli 8°C ci vuole la felpa pesante, ma soprattutto mi accorgo che il povero bbq elettrico ora fa fatica a raggiungere certe temperature. Ad esempio, penso che fino a Maggio sarà proibitivo cuocere una bistecca in cottura diretta per cena, quindi mi limiterò a fare cose che si possano effettivamente cucinare nei limiti di potenza del mio attrezzo.
Però c'è di buono che col freddo e con il sole che cala prima i vicini non escono sui terrazzi, e nessuno rompe i coglioni...

Oggi vi parlerò di una tecnica usata credo nei paesi della scandinavia, il Planking. Il planking non è altro che la cottura di tranci di pesce (o anche di carne) sopra a delle placche di legno aromatico (per lo più Cedro o Ontano). La tecnica su un barbecue a carbone sembra sia una tecnica difficile con un buon rischio di oversmoking, ma sul mio barbecue elettrico da sfigato è risultata abbastanza facile. Andiamo con calma.

I due protagonisti sono il salmone (in questo caso un trancio di salmone senza lisca da 650g circa, ma potete anche provare con altri pesci o con la carne) e le placche di cedro della Weber, trovate da Leroy Merlin, l'unico negozio nella mia zona che vende sta roba.
La preparazione del pesce è variabile, ci sono tantissime ricette per farlo, ma a quanto ho capito io il concetto è quello di creare una specie di wet rub sulla superficie esterna e cercare di dargli una nota agrodolce.
Per l'occasione, dopo aver asciugato bene le superfici, ho cosparso il salmone con senape (buona anche quella con l'aneto dell'Ikea), rub di mia suocera e un cucchiaio di zucchero di canna. C'è chi ci mette il timo, che col pesce sta bene, c'è chi aggiunge una spolverata di zucchine tagliate a cubetti o mette delle fette di limone molto fini sulla parte esterna del pesce. Insomma, è tutto da provare.

Poi, mentre fate ste robe, mettete a mollo la placca di cedro: una bella bacinella piena d'acqua ed un peso perchè sennò il legno galleggia. Un'ora. Non di meno.
Quando siete pronti, fate partire il vostro Q per arrivare a 200°C nel forno. Fuori era freddo, io l'ho dovuto mettere a massimo livello, ma con temperature primaverili-estive penso basti a livello 8. Tanto avete un termometro vero!?

Insomma, dopo aver asciugato la placca, quando la griglia è bella calda, la mettete sopra e chiudete il coperchio. Bisogna poi attendere che incominci a fare fumo, ma non è ancora il momento per grigliare.
La vittima sacrificale va messa sopra solo quando il fumo è consistente. Secondo le mie stime, potrete far entrare nel Q1400 solo due placche, quindi al massimo è possibile fare pesce per 4 persone. Sul Q2400 a regola il doppio, ma è una questione di misure.


Il termometro è ben piazzato nel cuore, si chiude il coperchio e si lascia fare il suo lavoro a tutto ciò che sta dentro.
A proposito delle caratteristiche del planking, una di esse è quella secondo la quale il legno bagnato, col calore che viene da sotto, dovrebbe trasferire gli aromi anche direttamente alla carne, e non solo con l'affumicatura: per questo alcuni autori consigliano di rimuovere la pelle, se c'è, ma io non sono capace e l'ho cotto mettendo la pelle dalla parte del legno.
Già durante la cottura ho avuto la dimostrazione di quanto sia magica questa tecnica, perchè il cedro non è come gli altri legni da affumicatura, è delicato, ha una nota di agrumi nel suo fumo, è buonissimo sembra quasi un incenso.
E durante questa bellissima esperienza, in circa 20-25 minuti la temperatura del cuore del trancio è arrivata a 60°C. Stop. Togliere.


Bene bene, cosa dire?
Dire che è stato qualcosa di sublime è riduttivo.
La cottura del salmone con questa tecnica è completamente diversa da quella in cui si cuoce direttamente sulla griglia. In cottura diretta il salmone si sgrassa, cuoce molto più velocemente e di conseguenza si asciuga più in fretta, le fibre si contraggono. Buonissimo, ok, ma niente a che vedere con il planking.

La cottura su placca di cedro, a parte l'affumicatura più delicata e lievemente agrumata, fa cuocere il pesce nei suoi stessi grassi, che rimangono impregnati nel legno. Questo salmone sembrava burro, morbidissimo, con una piccola crosta affumicata esterna dovuta agli zuccheri e alla senape.
Certo, in cottura diretta è meno pesante, e chi ha difficoltà a digerire il salmone sicuramente con questa tecnica non trova un aiuto, ma io lo digerisco alla grande quindi chissenefrega.
L'accompagnamento con vino bianco frizzantino ed un po' di senape all'aneto ha completato l'opera.
Inoltre sono riuscito, lavandola bene, a conservare la placca per una prossima grigliata. E dato che non te le regalano...molto molto bene.

Ho da scrivere ancora molte altre cose. Griglierò ancora, vi parlerò anche di alcune mie constatazioni sull'affumicatura con il Weber Q elettrico. Insomma, tante cosette. Rimanete connessi!


RICETTA: Salmone su placca di cedro


INGREDIENTI (2 Persone):
- 1 trancio di salmone da 600 g circa;
- Senape o Senape con Aneto;
- Rub di mia suocera, Fish Rub;
- Zucchero di canna;
- Opzionale: limone tagliato a rotelle e zucchine tagliate a cubetti.

PREPARAZIONE:
1) Mettere la placca di cedro in una bacinella con acqua e con un peso per almeno 1 ora;
2) Asciugare bene il salmone;
3) Cospargere di Senape e poi con il Rub e lo zucchero;
4) Opzionale: mettere sopra al salmone pure il limone e/o le zucchine.

TEMPO DI COTTURA: 20 minuti;
COTTURA:
1) Preriscaldare il grill a 200°C circa (liv. 8 o livello max);
2) Mettere, durante il riscaldamento, la placca di cedro direttamente sulla griglia, dopo averla asciugata sulle superfici esterne;
3) Quando la placca comincia a fumare bene, posizionare il trancio di salmone sopra alla placca e chiudere il coperchio;
4) Il salmone è pronto quando raggiunge la temperatura interna di 60°C.

ACCOMPAGNAMENTO:
Zucchine grigliate;
Senape all'Aneto;
Patate fritte o arrosto.


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venerdì 27 novembre 2015

Le polentine!!!

Non ci avevo mai pensato, ma fare le polentine alla griglia può togliere grandi soddisfazioni.
L'unica cosa è che sembrano facili, ma in realtà non sono per niente facili da fare, soprattutto sul grill elettrico.

La prima parte la conosciamo tutta. Prendete una bella busta di polenta, magari di quelle che si cuociono in 5 minuti, la preparate fino a che non viene un composto bello denso, e poi ci fate cosa vi
pare.

Se ve ne avanza, la mettete in una bella teglia di forma rettangolare e la fate raffreddare in modo da fargli prendere la forma. Poi la togliete dalla teglia e ci fate tante belle fettine spesse circa un cm.
Fin qui tutto molto facile.


É qui che ho iniziato a trovare delle difficoltà, per due motivi.
Primo ho sbagliato perchè non ho unto nè la griglia nè la polenta, ed è molto importante ungere le parti esterne delle polentine con olio o meglio ancora burro fuso per fare in modo che si crei la crosticina molto più velocemente e quindi non si attacchino alla griglia.

Il secondo errore secondo me è un po' dovuto alle temperature esterne. L'altra sera, quando le ho preparate, fuori c'era freddo: meno di 10 gradi, anche un po' di vento, non era la temperatura ideale per il nostro povero Weber Q elettrico per riuscire a scaldare le griglie come si deve. Forse io ho anche aspettato troppo poco sia per mettere le polentine che per girarle, fatto sta che al primo tentativo mezze di esse sono rimaste attaccate sulle grate del mio Q.

In realtà sarebbe meglio far riscaldare bene bene il barbecue a coperchio chiuso, e poi metterle a grigliare per almeno 7-8 minuti prima di provare a girarle. Forse anche di più, forse anche 10 minuti. Perchè mi sono accorto che alla fine la polenta ha una resistenza assurda al calore, prima di far venire le grilling marks sulle superfici di polenta mi ci sono voluti 20 minuti se non di più...ed i risultati potevano anche essere migliori, secondo me. Questo è il finale:


Da un punto di vista gustativo niente da dire, belle croccanti fuori e morbide dentro (ma le grilling marks?!?!?!), ottimo contorno ma anche ottimo antipasto.
Eh sì, perchè le potete smangiucchiare con una portata principale, ma potete anche condirle a mò di crostino, con tutte le combinazioni che vi pare.
Io ve ne posto qualcuna, che mi viene a mente, ma potete sbizzarrirvi come vi pare:
- Speck e provola affumicata;
- Lardo di colonnata fatto sciogliere mentre griglia;
- Crostino toscano ai fegatini;
- Funghi;
- Salsiccia e stracchino.
Eccetera eccetera. Potete anche guardare su internet, trovate di tutto e di più.

martedì 24 novembre 2015

RICETTA: Coscia d'Agnello affumicata


INGREDIENTI (2 persone):
- 1 coscia d'agnello (1 kg circa);
- SPG seasoning rub o Rub di mia suocera;
- Spicchi d'aglio (opzionali).

PREPARAZIONE:
1) Cospargere la coscia di rub in abbondanza;
2) Opzionale: fare dei piccoli tagli nella carne e inserire dentro degli spicchi d'aglio.

TEMPO DI COTTURA: 3-4 ore.
COTTURA:
1) Predisponete il barbecue per una cottura Low&Slow (livello 1-2: max 120°C);
2) Preparate il water pan riempiendolo di birra;
3) Mettete la coscia d'agnello in cottura sopra al water pan ed affumicate per 3 ore con legno di Melo o Mesquite mischiato a Pecan;
4) L'agnello è pronto quando raggiunge una temperatura interna di 68°-70°C.
5) Toglietelo, avvolgetelo nella stagnola, poi in un panno che mantenga bene il calore, e lasciate riposare la carne per 30 minuti.

SERVIRE CON:
Patate arrosto o fritte;
Verdure grigliate;
Scaglie di Polenta.


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Filosofia dell'Agnello.

RICETTA: Scaglie di polenta alla griglia


INGREDIENTI:
- Polenta;
- Sale e pepe q.b.;
- Olio d'oliva o burro fuso.

PREPARAZIONE:
1) Preparare la polenta in una pentola con l'acqua secondo come riportato nella confezione;
2) Una volta pronta, versarla in una teglia rettangolare e farla freddare;
3) Tagliare a strisce rettangolari la polenta ed ungerla bene con olio o burro.

TEMPO COTTURA: 15 minuti.
COTTURA:
1) Preriscaldare il grill alla massima temperatura;
2) Mettere le scaglie di polenta in cottura diretta a coperchio chiuso;
3) Quando le scaglie si staccano da sole e formano le grilling marks, girarle dall'altro lato;
4) Sono pronte quando entrambe le superfici sono ben marcate;
5) Condire a piacimento con sale e pepe.


ACCOMPAGNAMENTO:
Praticamente tutte le portate principali;
Lardo di Colonnata;
Formaggio fuso;
Salse per crostini.


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RICETTA: SPG Seasoning Rub

tratto da bbqpitboys.com

INGREDIENTI:
2 cucchiai di pepe nero;
1 cucchiaio di sale;
1 cucchiaio di aglio in polvere;
1 cucchiaio di semi di aneto;
1 cucchiaio di coriandolo;
1 cucchiaio di paprika dolce;
2 cucchiaini di peperoncino a fiocchi.

Versione rivisitata:
1 cucchiaio di cumino al posto dell'aneto e del coriandolo.

PREPARAZIONE:
1) Versare tutti gli ingredienti in una ciotola ed amalgamare bene.

ACCOMPAGNAMENTO:
Manzo;
Maiale;
Agnello;
Cacciagione.

sabato 21 novembre 2015

La coscia d'agnello


Guardate che bel pezzo che mi sono ritrovato tra le mani.
Questa coscia di agnello ha una storia particolare, una storia agognata da mesi.
Dovete sapere che alla Conad vicino a casa mia ogni tanto gli arrivano questi pezzi di agnello, interi, così a caso. Non so il perchè, ma spariscono in tempo due secondi.
Un giorno, circa due mesi fa, vidi un pezzo simile e dissi: che bel pezzo, sarebbe da comprare. Poi, siccome ero uscito con pochi soldi, non lo presi ripromettendomi di scendere di nuovo e prenderlo.
Tornato il giorno dopo, la coscia era sparita. Così, quando per caso due settimane fa l'ho ritrovato nel banco carne, non ci ho pensato su due volte e l'ho fatto mio.
Sì, è vero, sono stato stronzo perchè l'ho congelato, ma è venuto buonissimo lo stesso. Andiamo con calma.

Una volta scongelato, lo asciugo bene e lo riempio di un rub letto nella ricetta di bbqpitboys, un rub che loro chiamano SPG (che sta per salt - sale; pepper - pepe; garlic - aglio) e che però ho modificato perchè nella ricetta originale ci sono i semi di aneto ed il coriandolo ed io non ce l'avevo, c'ho messo il cumino che secondo me è una spezia esagerata soprattutto da aggiungere all'agnello, come nella miglior tradizione dei popoli medio-orientali, che con cumino ed agnello ci vivono.
Inoltre, come vedete nella foto, ho seguito alla lettera la ricetta dei pit boys, praticando con un coltello fine dei fori nella carne e mettendo dei pezzetti di spicchi d'aglio direttamente dentro alla coscia. Una opzione facoltativa, perchè comunque lo spicchio d'aglio dà un sapore forte alla carne.

Dopo due ore fuori dal frigo con il rub (e solo quello, niente olio perchè la coscia non va sgrassata), preparo il mio Q per un bel Low&Slow, affumicatura con chips di Melo, ormai secondo me un legno che non ti tradisce mai.
Esistono, da quanto ho letto in rete, due modi per cucinare una coscia d'agnello: Low&Slow col water pan come gli yankee, o in maniera tradizionale a 170°-180°C in cottura indiretta. Io ho optato per inchinarmi ai maestri d'oltre oceano.


Ho affumicato per circa due ore. Il cosciotto cuoceva che era una bellezza, sotto il fumo di melo ed i vapori di birra, che stavolta ho messo nel pan senza diluirla. Ci vuole roba forte per plasmare il sapore di una carne dal gusto intenso come l'agnello, e devo dire che tutto ciò che ho fatto è andato come si deve.
L'unica cosa, che secondo me è da rivedere, è il grado di cottura. Gli americani fanno l'agnello al sangue. Ok, questo secondo me potrebbe andare bene per le bistecche d'agnello, che in cottura diretta forse rendono meglio perchè si sgrassano di meno. Io seguo gli americani e tolgo la coscia d'agnello quando raggiunge i 58°C al cuore, momento in cui si presentava grosso modo così:


Come da ricetta, avvolgo una mezz'ora nel foil ed attendo. Poi apro il regalo ed ecco lì la mia coscia a fine cottura.
Magnifica, direi. Uno smoking ring bello a vedersi, lo smoking flavour si sentiva alla grande sulla lingua. La cottura esterna con la doratura perfetta. Il rub che si intona perfettamente con la carne. SPG è un po' forte, ci sta molto bene, ma forse anche con un rub più tranquillo tipo quello di mia suocera potrebbe andare bene.

Il problema è l'interno della ciccia: togliere l'agnello a 58°C secondo me è troppo poco. C'erano dei pezzetti che erano praticamente crudi, specialmente quelli vicini all'osso. Ho dovuto rimetterli in cottura diretta sulla griglia, perchè sì ok mi piace l'agnello al sangue ma crudo secondo me è troppo anche per me. Credo che un dieci gradi di più di cottura sarebbero andati bene, 68°-70°C al cuore è la temperatura giusta da raggiungere, e mi prometto di riprovarci sicuramente. Forse la coscia fatta in Low&Slow dai pit boys era cotta così perchè grossa quasi il doppio della mia (ed infatti invece di due ore la cuocevano 4 ore).
Riproverò. Promesso.

Comunque è venuto molto buono, carne molto morbida, finalmente il sapore d'agnello ben mantenuto seppur parecchio influenzato dalla potenza del rub che ho usato. Ma questi sono dettagli.

RICETTA: Petto di tacchino affumicato


INGREDIENTI (4 Persone):
- 1 petto di tacchino da 1,2 - 1,5 kg circa;
- Poultry Rub o Magic Dust Rub;
- Olio di semi.

WATER PAN (opzioni per il mix):
- Succo di Mela;
- Acqua;
- Brodo di carne:
- Whiskey;
- Birra.

PREPARAZIONE:
- Preparare una salamoia ed immergervi il tacchino tenendolo in infusione nel frigo per minimo 6 ore; 
- Togliere il tacchino dalla salamoia ed asciugarlo;
- Cospargere il Tacchino con l'olio ed il Rub lasciandolo assorbire le spezie per 2 ore a temperatura ambiente.

TEMPO DI COTTURA: da 3 a 4 ore.
COTTURA:
- Settare il barbecue per una Low&Slow: 110°-120° al massimo (livello 1-2);
- Posizionare il water pan nel barbecue e mettere il tacchino sopra al water pan con una griglia;
- Affumicare a coperchio chiuso con legno di Ciliegio o di Melo per almeno tre ore;
- Continuare a cuocere fino a che il tacchino non raggiunge i 72°C al cuore;
- É importante ricordarsi di riempire ogni 2 ore circa il water pan perchè il liquido evapora.

SERVIRE CON:
Salsa barbecue;
Salsa barbecue bianca.


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Petto di tacchino affumicato in Low&Slow.

RICETTA: Patate al cartoccio


INGREDIENTI (4 persone):
- 4 patate al cartoccio di medio-grandi dimensioni.

PREPARAZIONE:
1) Pulire bene le patate senza sbucciarle;
2) Avvolgere nell'alluminio.

TEMPO DI COTTURA: 40 min circa.
COTTURA:
1) Settare il barbecue ad una temperatura media;
2) Mettere le patate avvolte nel cartoccio direttamente sopra alla griglia e chiudere il coperchio;
3) Girare le patate ogni 10 min circa.
4) Toglierle dal barbecue, aprire il cartoccio e servirle tagliandole a metà, eventualmente aggiungendo dei condimenti.

SERVIRE CON:
Portate principali;
Panna acida ed erba cipollina (Kartoffeln Bavaresi);
Provola e pancetta affumicata;
Speck e fontina.


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venerdì 20 novembre 2015

Petto di tacchino affumicato in Low&Slow

Rieccoci qua, oggi è una giornata brutta e ventosa qui a casa mia, e dopo un po' di impegni stressanti ho trovato finalmente il tempo di raccontarvi la mia ultima grigliata, a cui stasera ne seguirà un'altra perchè se non accendo il Q una volta alla settimana mi sento male.
La settimana scorsa ho provato a fare un Low&Slow con il petto di tacchino. Partiamo.

La ricetta è di semplice esecuzione, un po' lunga come tempi, ma vale abbastanza la pena. Ora, non è una delle mie pietanze preferite, ma se volete provare a fare una low&slow un po' speciale può andare bene.
Si incomincia facendo una bella salamoia del petto del tacchino. É un pezzo grosso, se preso intero, il mio pesava 1,2 kg, però a differenza del petto di pollo contiene più connettivo e risulta meno stopposo nelle cotture lunghe. Si tiene in salamoia per minimo 6 ore e poi si asciuga bene. Dopo si spennella d'olio di semi e si lascia ad assorbire il rub per un paio d'orette fuori dal frigo. Io per l'occasione ho rubbato con Poultry Rub, ma va bene anche il Magic Dust.


Si predispone il barbecue per una cottura indiretta con water pan. Per questo petto di tacchino io ho preparato precedentemente del rozzissimo brodo di carne fatto col dado, e l'ho buttato nella teglia. Ho affumicato a temperatura bassa (livello 2 - 110°-120°C) per circa 2 ore con un mix tra chips di legno di Hickory e di Pecan. Secondo me si può affumicare di più direi 3 ore invece di 2 sono perfette.
La cottura in Low&Slow dovrebbe avvenire per circa 4 ore a regola, fino al raggiungimento dei 72°C al cuore. Come al solito sono un pirla e sbaglio i tempi, allora per velocizzare ho preso il petto e l'ho gettato in cottura diretta dopo aver rimosso la teglia con il brodo (occhio che vi ustionate).
Nella foto qui accanto vedete anche una pallina di alluminio: è una patata al cartoccio, che ho voluto provare come veniva. Farò una ricetta a riguardo, è semplicissima da fare.
Insomma, arrivati a temperatura si avvolge il tacchino nel foil per una mezz'oretta e si lascia riposare e finire di cuocere lì.
Dopo di che si toglie e si serve a fette. Tutto molto facile.


Che dire. Per la facilità di esecuzione è uno di quei piatti da proporre a chi vuole fare un low&slow non troppo lungo e non troppo complesso come gestione delle varie componenti che si susseguono sul barbecue.
Il risultato è una carne molto tenera ma comunque magra, non è stopposa ma non è nemmeno succosa come potrebbe essere, che ne so, una coppa di maiale arrosto (non confondetevi col pulled pork, è un'altra cosa). L'affumicatura si sentiva, ma potevo affumicare un po' di più. Sono sempre più convinto che l'Hickory col pollame non ci stia bene.

Stasera griglio duro con un cosciotto d'agnello intero. State connessi, che appena ho mangiato tutto vi farò sapere come è andata!

PS: Mi sono scordato di scrivere che come accompagnamento ho provato tre salse:
- Original Barbecue Sauce della Stubb;
- Salsa bbq Bianca;
- Salsa hot chicken calvè.
Le prime due ci stanno benissimo, la hot chicken non c'entra niente e secondo me rovina il tacchino. Sbizzarritevi a provarci qualche salsa particolare.

martedì 17 novembre 2015

RICETTA: Raclette con Speck e Patate

tratto da Dolci senza Burro

INGREDIENTI (4 Persone):
- 4 fette di formaggio Raclette;
- 4 patate grandi;
- 8 fette di speck.

PREPARAZIONE:
1) Pulire bene le patate lasciando la buccia;
2) Bollire le patate fino a che non sono cotte.

TEMPO DI COTTURA: 5-10 minuti.
COTTURA:
1) Preriscaldare la piastra da Raclette a temperatura massima per 15-20 minuti a seconda del modello;
2) Mettere le fettine di formaggio nelle palettine sotto alla resistenza;
3) Mettere in cottura diretta sulla piastra lo speck, girandolo quando arriva al giusto grado di cottura;
4) Quando il formaggio è fuso, tagliate le patate a metà e versatecelo sopra;
5) Ricoprite il tutto con le fette di speck cotto.


SERVIRE CON:
Altre pietanze della Raclette.


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Come si fa una "Raclettata".

lunedì 16 novembre 2015

Recensione piastra da Raclette Kaufgut Eva Collection


Partiamo, come vi avevo annunciato, con le recensioni di Grill Elettrici o attrezzi simili.
Chiedo scusa al Re Weber Q per non avergli dedicato la mia recensione, ma mi rifarò. Si parla di Raclette, ed io parlo della mia piastra da Raclette.

MODELLI
Il modello si chiama Piz Palu, ed è uno dei numerosi modelli di piastra da Raclette della Kaufgut, un'azienda italiana di Bolzano che dal 1970 produce articoli casalinghi ed arredo per bagno e casa. Tra i vari prodotti in vendita, Kaufgut offre una grande varietà di piastre da Raclette: le troviamo con la piastra in pietra ollare e con la piastra in materiale antiaderente, con un numero di portate che va da 2 a 8 persone, con wattaggi compresi tra 350 e 1200W, ed addirittura un modello che ha la possibilità di fare Raclette e Fonduta con lo stesso apparecchio. Insomma, una gamma completa che potrete vedere scaricando il catalogo della collezione Eva.

DESCRIZIONE
La piastra Piz Palu è una piastra per otto persone, con piano di cottura in pietra, dotata quindi di 8 palette per fondere il formaggio e 8 spatole per poterlo versare sugli alimenti. Molto bella visivamente, abbastanza leggera la struttura senza la pietra. La pietra pesa un po' ma è maneggevole e si pulisce abbastanza bene: certo non è antiaderente al 100% e non scalda quanto alluminio o ghisa, ma fa molta più figura di un coso nero nel mezzo della tavola.

PRO E CONTRO
Il wattaggio di 1000W secondo me è un po' il punto debole del prodotto: ci mette tanto a riscaldare la pietra, che comunque mantiene a lungo tempo il calore, e quindi bisogna aspettare un bel po' (magari 20 minuti) prima di poter cuocere le pietanze sopra la pietra, specialmente la carne. Però un wattaggio così basso permette di poter accendere altri apparecchi senza far scattare il contatore, ovviamente dipende da che wattaggio vi permette di utilizzare il vostro fornitore di energia elettrica.

OPINIONI
Tutto sommato non mi lamento, io l'ho pagata circa 50 euro, e grosso modo il prezzo a cui si trova questa piastra su internet è quello. La ricomprerei, perchè messa in mezzo ad un tavolo con gli ospiti che ci cuociono le cose sopra da soli fa molto scena. É un bell'oggettino, anche una bella idea per fare un regalo a qualcuno.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Unica cosa, semmai, se proprio dovessi scegliere e volessi spendere un po' di più prenderei la versione da 1200W, con la pietra, si chiama "Livigno" e costa circa 90 euro, è sempre per 8 persone ma scalda un po' di più.

Raclette Kaufgut Eva Silvaplana - 30€ (versione mini 2 persone)
Raclette Kaufgut Eva Piz Palu - 49€
Raclette Kaufgut Eva Livigno - 90€

TECNICHE DI COTTURA POSSIBILI:
Raclette.

sabato 14 novembre 2015

Come si fa una "Raclettata"

La mia ultima Raclettata

Guardate la foto e ditemi se non è una cosa ganzissima. Immaginatevi questo ben di Dio e immaginateci una sala di commensali che si cuoce la roba sulla pietra ollare a piacimento. E scusatemi per il casino che c'era sulla mia tavola.
Questa foto è la preparazione della mia ultima Raclettata, in cui potete vedere cosa vi servirà.

Sì, perchè la raclettata è questa, alla fine, una specie di rito che viene inventato in Svizzera e poi diffuso nel mondo, con cui offrire una cena diversa dal normale a degli ospiti, o con cui godersi qualcosa di particolare in casa coi propri familiari.

In pratica lo strumento principale è questa piastra elettrica che piazzate nel mezzo del tavolo e che vi serve per grigliare qualsiasi cosa: carne, pesce, verdure, funghi. Sarebbe bene che fossero bocconcini, perchè le piastre sono a basso voltaggio, non sono in grado di cuocere le bistecche intere (da qui l'errore della mia prima volta), e queste cene si basano fondamentalmente sull'arte dello spelluzzicare.
Inventate un po' cosa vi pare, non ci sono limiti per la roba da buttarci sopra, basta cuocere qualcosa.

Sotto, invece, ci va il vero protagonista della nostra raclettata, il formaggio. Bisognerebbe usare il Raclette tagliato a fette quadrate, un formaggio svizzero dal sapore leggermente amarognolo che si scioglie con facilità, ma se non lo trovate potrete anche usarne altri: toma piemontese, fontina, edamer, insomma basta che si sciolgano. Le palettine servono per mettere le fette di formaggio sotto alla resistenza, questa le scioglie e poi con delle altre spatoline che di solito sono fornite insieme all'apparecchio, lo versate sul cibo che vi siete preparati.

Altra parte importante della cena sono le patate: bollite intere, possibilmente con la buccia, le aprite in due e ci buttate il formaggio fuso, e poi sopra ogni ben di dio. Anche lo speck grigliato sulla piastra è una grande idea, ci sta bene e rende le patate+raclette+speck una vera maialata. Se poi ci mettete il bacon siete da denuncia.
Accompagnate il tutto da salsine e pinzimoni per condire la ciccia e le verdure.

Ne esistono tantissime su internet, basta andare su Amazon per avere un idea di quanto costano e cosa offre il mercato. Ne esistono di tantissime dimensioni, con le piastre in pietra ollare o in materiale antiaderente, o con le piastre intercambiabili, basso voltaggio e alto voltaggio a seconda della grandezza e di quello che ci volete cuocere.
Esiste anche la versione mini (vedi foto), quella per due persone: se volete fare colpo su qualcuno, è l'ideale.

Dateci dentro!

giovedì 12 novembre 2015

La piastra da Raclette ed il Raclette


Guardate questa cosa fichissima qua sopra.
Si chiama piastra da Raclette, ed è una cosa che io ho scoperto quasi per caso leggiucchiando su internet quando circa un anno prima ne avevo comprata una alla Metro perchè mi sembrava una piastra molto fica da usare a casa.

La prima volta che vidi questo aggeggio ero in preda ad un fanatico istinto di grigliare qualcosa sul terrazzo, eravamo tornati da poco nella casa nuova, ed il vuoto sul carrello Ikea da esterni mi dava molto fastidio.

Vidi questa piastra elettrica con sopra la pietra ollare e me ne innamorai: sembrava una cosa fichissima per fare la ciccia sul terrazzo, ed oltre tutto a quanto si leggeva sulla scatola la pietra ollare scalda tantissimo e quindi avrei potuto folleggiare sul terrazzo senza farmi arrestare.

Ancora non conoscevo il mondo dei barbecue elettrici, non avevo idea di cosa fosse una piastra da Raclette, nè tantomeno di cosa offrisse il mercato oltre alle griglie elettriche da terrazzo che aveva mio padre, di cui presto vi parlerò quando avrò tempo e non sarò così stanco come queste settimane di lavoro più dieta intense.
Quindi decisi di provare ad usare la mia piastra da Raclette come un nuovo fichissimo barbecue da terrazzo (vedi foto sopra). Fallimento totale.

In realtà queste piastre non sono fatte per cuocere la carne come se fosse un barbecue da terrazzo, per fare questo esistono tutta una serie di barbecue da terrazzo che potete trovare un po' ovunque e dei quali mi piacerebbe parlare quando ne vedo e ne provo uno: le piastre da Raclette sono fatte per fare una cosa che ricorda molto la fonduta, ovvero una specie di rito per la cena che va molto di moda in Svizzera.
Il formaggio della foto alla vostra destra è un formaggio svizzero che si chiama, guarda caso, Raclette. É un formaggio che tende a fondersi molto bene, e guarda caso la piastra è dotata di palettine da mettere sotto alla resistenza.

Quando comprai quella piastra pensavo che le palettine fossero per scaldare le salsine sotto alla resistenza, non avevo la minima idea che servissero a liquefare il Raclette. Perchè in realtà la Raclette è diventato sinonimo di un tipo di cena, una cosa molto ganza da proporre ad amici e parenti per fare una cena tutti assieme in cui ognuno si può cucinare cosa vuole.
In pratica avete una griglia da tavola per poter cucinare direttamente a tavola cosa diavolo vi pare: vedure, carne, non fa differenza, tutto ovviamente accompagnato dalla morbidezza dei formaggi fusi che mettete nelle palette.

Esistono tantissime piastre da Raclette. Il sito atuttagriglia della crew di Grigliare Duro ha un bellissimo articolo a riguardo delle più famose sul mercato. Dateci un'occhiata!

domenica 8 novembre 2015

Novità del Blog


Che fico questo simbolo, chissenefrega se c'hanno messo sopra le scrittine, ho deciso che sarà il simbolo che metterò quando comunicherò le novità del blog.

Bene, c'è una novità, e cioè che ho deciso di andare un po' oltre il magico mondo del Weber Q Elettrico e parlare anche di esperienze fatte con altri grill elettrici, nel mio passato o nel mio presente.

Aggiungerò sul lato destro una nuova sessione, si chiamerà RECENSIONI. In questa nuova sessione parlerò di quali altri grill elettrici esistono sul mercato, vi esporrò ciò che ci vedo di buono e i difetti che vi trovo.

Premetto che secondo me i weber elettrici rimangono imbattibili per una serie di caratteristiche che gli altri se le sognano, però qualcosa di decente si trova, e quindi ne parlerò e sarebbe carino se, chi legge questo Blog, commentasse o esprimesse le proprie opinioni ed esperienze con altri grill.

Rimanete connessi amici.

sabato 7 novembre 2015

Un altro classico made in USA: Pulled Chicken

Il Pulled Chicken è una rivisitazione "breve" di uno dei cardini del barbecue Low&Slow made in USA: il Pulled Pork.
Si differenzia innanzi tutto per l'uso del pollo al posto del porco e per il fatto che, cuocendo pezzi molto più piccoli, i tempi si accorciano considerevolmente. I concetti però non cambiano: temperature basse (liv 1-2 massimo del termostato), water pan, fumo e tanta pazienza.

Leggendo qua e là sulla rete, la stragrande maggior parte dei grillers usano il petto del pollo dopo averlo opportunamente messo in salamoia, ma da qualche parte ho visto un tizio che faceva direttamente il pollo diviso in due parti.
Perchè? Perchè effettivamente il petto è sempre stopposo, figuriamoci se uno non ha tempo per fare la salamoia. Si rischia di fare un piatto che ti strozza quando provi a buttare giù un boccone.
Le cosce, invece, risultano sempre più morbide, qualsiasi sia il metodo di cottura, quindi decido di mischiare tutto quando lo sfilaccerò.

Quindi eccomi lì al supermercato, come al solito la decisione è dell'ultimo momento, e come al solito il tempo per fare le cose non c'è: a mezzogiorno compro il pollo per mangiarlo la sera, e quindi si fa con quel che c'è.
Petto di pollo e cosce saranno i protagonisti.
Spennello di senape e poi ci vado dentro di un rub preparato per l'occasione: Chicken Rub (vedi foto). E poi 4 ore in frigo.

Viene quindi il momento di prepararmi a grigliare. Mentre passa il tempo preparo per l'occasione una salsa barbecue bianca (ricetta) e la coleslaw, nella quale per l'occasione metto anche il cavolo viola, per farla un po' più colorata dato che il sapore non cambia.
Il metodo di cottura è il solito: livello basso (max 1-2), chips di legno nel foil sopra alla resistenza e water pan con sopra la grata.

Per l'occasione ho affumicato con legno di melo e nel pan c'ho messo acqua e birra in uguale proporzione: bisogna ricordarsi di rimettercele ogni tanto perchè evaporano.
Incomincia la cottura ed incomincia l'affumicatura. Tutto come previsto.

Affumico il pollo per circa due ore e mezzo. Teoricamente bisognerebbe affumicare fino a che non si raggiungono i 75°C al cuore, ma io ero solo e dovevo fare la pappa al bimbo, non potevo stare in cucina e non controllare l'affumicatura, perchè a volte le chips bruciano e quindi vanno tolte al volo per evitare disastri. Mi accontento di toglierle quando il pollo era a 70°, quando appariva circa così:

Lascio cuocere senza fumo per un totale di tre ore e mezzo. In realtà sarebbero state di più, ma erano quasi le 8:30 e non potevo far andare oltre causa fame spropositata. Così ho giocato sporco e le ho avvolte nel foil.
In un quarto d'ora sono arrivati alla temperatura che dovrebbero raggiungere, ovvero 85°C al cuore.
Levo e sfilaccio il pollo bene bene. Qua sotto vedete com'era prima e dopo la sfilacciatura.

Il pollo sfilacciato è stato messo in panini da hamburger cosparsi di semi di sesamo insieme alla coleslaw in due diverse varianti: nella prima ho messo la Original Bbq Sauce della Stubb e nella seconda la mia Salsa Bbq Bianca. Tutto accompagnato da una birretta chiara.


Che dire?
Buono, indubbiamente, il sapore. Ottima idea mescolare il petto con le cosce, ho paura che se avessi fatto solo il petto mi ci sarebbe voluto qualcosa per farlo andare giù nello stomaco. Invece così è risultato abbastanza morbido e succoso. Non si arriva ai livelli di juicyness del pulled pork, ovvio, i grassi sciolti della carne del maiale nel pollo non ci sono, ma poteva essere accettabile.

Sapore di fumo corretto, forse con una mezz'ora in più sarebbe stato perfetto, altamente influenzato dalla salsa usata. Perfetto l'abbinamento con la salsa bianca, che creava un mix perfetto tra kick della salsa, dolcezza della coleslaw e sapore di fumo del pollo. Un po' meno la Stubb, perchè è bella piccantina e secondo me ha annullato un po' il gusto dello smoking flavour. Non che fosse cattivo, ma se fai una ricetta la cui principale caratteristica è l'affumicatura, va sentita.

Confronto con il Pulled Pork: non ce n'è. Il pulled pork rimane di gran lunga più buono sotto tutti gli aspetti: il sapore di affumicato viene mantenuto meglio a causa della quantità di grasso che lo assorbe, quantità di grasso che è importantissima anche per la succosità che, nonostante l'arrangiamento, rimane superiore a quella del suo corrispettivo fatta col pollo.
L'unico punto a favore del pollo è la velocità di preparazione: con massimo 4 ore di cottura è pronto, mentre per il porco ce ne vogliono 10-12-15 a seconda di quanto è grosso il pezzo. Se avete poco tempo e volete qualcosa simile al pulled pork questo è l'ideale, ma se volete fare bella figura e il tempo ce lo avete, prendete il maiale che avrà sempre qualcosa di più.


RICETTA: Pulled Chicken


INGREDIENTI (4 persone):
- 1 petto di pollo intero;
- 6 cosce di pollo senza pelle;
- Senape;
- Chicken Rub.

WATER PAN (opzioni per il mix):
- Succo di Mela;
- Acqua;
- Brodo Vegetale:
- Whiskey;
- Birra.

PREPARAZIONE:
- Cospargere il pollo con Senape e Chicken Rub;
- Avvolgere nella pellicola e lasciare in frigo per 4 ore minimo.

TEMPO DI COTTURA: da 3 a 4 ore.
COTTURA:
- Settare il barbecue per una Low&Slow: 110°-120° al massimo (livello 1-2);
- Posizionare il water pan nel barbecue e mettere il pollo sopra al water pan con una griglia;
- Affumicare a coperchio chiuso con legno di Hickory (o Melo) fino a che il pollo non raggiunge i 75°C al cuore;
- É importante ricordarsi di riempire ogni 2 ore circa il water pan perchè il liquido evapora;
- Passata la fase di affumicatura continuare in Low&Slow fino al raggiungimento della temperatura interna di 85°C.
- Se inizia un plateau in cui la temperatura sale lentamente da 75° in poi avvolgere il water pan ed il pollo in un foil d'alluminio e continuare così fino alla temperatura di cottura.
- Una volta terminato, lasciar riposare per 30 min;
- Con una forchetta sfilettare il pollo in tanti piccoli sfilaccetti.

SERVIRE CON:
Pane morbido;
Coleslaw;
Salsa barbecue Bianca.


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RICETTA: Chicken Rub


INGREDIENTI:
- 3 cucchiai di sale;
- 1 cucchiaio di paprika dolce;
- 1 cucchiaino di aglio in polvere;
- 1 cucchiaino di cipolla in polvere;
- 1/4 cucchiaino di pepe nero.

PREPARAZIONE:
1) Versare tutti gli ingredienti in una ciotola ed amalgamare bene.

ACCOMPAGNAMENTO:
Pulled Chicken;
Pollo.

domenica 1 novembre 2015

Onore all'Oktoberfest: Stinco di Maiale - Parte 2

Proseguiamo dalla parte 1, descrivendo come invece avviene secondo i tedeschi la cottura di uno stinco di maiale.

Sempre in cottura indiretta, loro alzano la temperatura a circa 160°-180°C (io ho visto che andava bene il livello 7 del Q1400) e lasciano cuocere gli stinchi così fino a che non raggiungono i 75°C al cuore.
In queste fasi di cottura non si ha mai una temperatura così elevata da far cuocere violentemente le cotenne, che spurgano grasso donandolo alla carne, praticamente ungendola in maniera naturale. Durante la cottura, una volta ogni ora, io cospargevo di olio d'oliva spennellando gli stinchi, ma forse non serve a niente.
Finita la prima fase di cottura (circa 1 ora e mezzo) gli stinchi appaiono grosso modo così:


Arrivati a questo punto bisogna ruotare il termostato fino a raggiungere una temperatura di 220° per dargli il calcio finale. Nel mio caso, con la temperatura bassa della sera di Halloween, ho dovuto alzare la rotella fino a livello massimo, ma forse basta anche il penultimo livello se fa più caldo.
Durante questa fase mi ha fatto una fiammata il grasso colato dagli stinchi, infatti mi si sono sbruciacchiate un po' le cotenne, ma chissenefrega.
Vanno tenuti in questo modo per un'altra mezz'oretta, fino a che non raggiungono gli 82°C al cuore. A sto punto sono pronti e vanno tolti.


Eccoli lì, nel loro splendore, che ti dicono: "Prendici e squartaci".
E noi non abbiamo resistito. Li abbiamo consumati con birra tedesca e purè di patate (non me ne vogliano i lettori tedeschi ma i crauti non li ho fatti perchè non mi piacciono).
La cottura era perfetta: morbidi e succosi, per niente stopposi come invece altre volte li ho mangiati, cotenna bella croccante come mi piace a me.
L'unica cosa, come ho detto nel post precedente, non si sentiva per niente il gusto dell'affumicatura: penso di averceli tenuti troppo poco, forse ci devono stare un'ora intera, perchè il fumo era giusto e bello abbondante quindi si tratta solo di tempo di esposizione.


Comunque buonissimi. E pesantissimi!
Per finire abbiamo concluso con un bel dessert tipico delle regioni teutoniche: Strudel di mele, fatto al forno dalla mia consorte. Sublime.